top of page
Cerca

Linfodrenaggio: l’importanza di un intervento tempestivo

  • Immagine del redattore: Margherita Vincenzi
    Margherita Vincenzi
  • 8 gen 2019
  • Tempo di lettura: 3 min





 

Il sistema linfatico è una fitta rete di vasi (e organi) che attraversano tutto il corpo (ad eccezione del sistema nervoso centrale – il cui drenaggio è tutt’oggi oggetto di ricerca-, ossa e tessuto epiteliale) consentendo la circolazione della linfa e la difesa immunitaria dell’organismo. Ma che cos’è la linfa? Il termine è noto fin dall’epoca greca, dove si parlava di sangue bianco e già nei primi anni dopo Cristo viene ipotizzato il rapporto tra i linfonodi e i processi di difesa dell’organismo. Bisogna però aspettare il XVIII secolo per avere una mappatura dell’intero sistema vascolare linfatico, a opera di Paolo Mascagni, professore di anatomia a Siena e Pisa. È nel 1892 che Alexander Winiwarter ipotizza la possibilità di intervenire nella cura dei disturbi del sistema venoso linfatico manualmente e non più chirurgicamente o farmacologicamente. Agli inizi degli anni Trenta Emil Vodder, biologo e fisioterapeuta danese, lavorando con movimenti rotatori leggeri su un linfonodo indurito di un suo paziente e ottenendo buoni risultati, elabora il drenaggio linfatico manuale moderno. Grazie ad accurate ricerche svolte tra il XIX e XX secolo, oggi conosciamo l’anatomia del sistema venoso linfatico, pur tenendo presente le innumerevoli variabili individuali osservate. La linfa si forma a livello capillare, dove avvengono gli scambi tra il torrente sanguigno e i tessuti: il sangue, pompato dal cuore, arriva ai capillari arteriosi attraverso le arterie, viene rilasciato nello spazio interstiziale (cioè limitrofo alle cellule che compongono i tessuti ) e, carico di cataboliti (prodotti di scarico tessutale) viene riassorbito dalle vene per ritornare al cuore. Una parte di liquido (circa il 10%), però, rimane a livello dello spazio interstiziale, costituendo quella che viene chiamata linfa, ricca di proteine, prodotti tossici per l’organismo, proteine, lipidi, batteri e virus. Sarà compito del sistema vascolare linfatico riassorbirlo e renderla sterile per rigettarla nel torrente sanguigno. Infatti durante il suo percorso la linfa attraversa i linfonodi dove entra a contatto con i linfociti e gli anticorpi: il linfonodo filtra la linfa impedendo agli agenti patogeni di diffondersi, mentre questa viene arricchita di linfociti trasportati ai tessuti per sostituire quelli impiegati nella difesa dell’organismo. La linfa prodotta è di circa 5-6 litri al giorno. Capiamo quindi che alterazioni del sistema linfatico, possono risultare deleterie per l’organismo. Infatti essa comporta alla riduzione delle difese immunitarie che si accumulano nella matrice, insieme ai loro secreti, determinando infiammazione: essa non risponde agli infiammatori poiché la linfa non drenata comprime i vasi circostanti, si accumulano e portano a infiammazioni permanenti e recidivanti, con distrofia tessutale e ulcere in caso di piccoli traumi, a cui si aggiunge una raccolta delle sostanze proteiche della matrice extracellulare, determinata da una riduzione del trasporto del liquido interstiziale, portando alla formazione del così detto linfedema. Il fluido interstiziale è rappresentato per il 90% da acqua: l’uso di diuretici per la cura del linfedema è totalmente controproducente perché porta alla formazione di una linfa densa che auto mantiene l’edema e comporta acidosi, distrofia e ipossia della matrice. Il linfedema si caratterizza per un deficit o malformazione organica o un disturbo funzionale dei vasi linfatici, che provoca l’accumulo del carico linfatico nell’interstizio e alla fibrosi tissutale: il carico linfatico aumenta e, ledendo le cellule linfatiche, aumenta ulteriormente l’accumulo proteico, aggravando la fibrosi e perciò determinando l’irreversibilità della patologia. La persistenza d’edema determina una continua rigenerazione tissutale dermica e connettiva e l’accumulo di tessuto adiposo, che può evolvere in formazioni neoplastiche. Il linfedema si presenta duro, con colore della cute invariato e fredda, non dolorabile, segno della fovea e Stemmer positivi. Solo attraverso un programma tempestivo, individualizzato e personalizzato che comprenda trattamento decongestionante completo (massaggio linfodrenante), bendaggio, norme igieniche della cute ed eventuali esercizi motori decongestionanti, verrà stimolata l’attività linfatica ottenendo una riduzione dell’edema, riducendo così i rischi infettivi e ulcerativi. È bene sapere che una volta raggiunta la decongestione completa, segue un programma di mantenimento che prevede l’utilizzo di tutori per mantenere i risultati ottenuti. Gli studi mostrano come miglioramenti significativi, con riduzione del dolore e risultati positivi anche sulla qualità della vita, siano possibili attraverso un’identificazione precoce del linfedema e dopo sei settimane di trattamento completo di drenaggio linfatico manuale, esercizi correttivi e un programma a casa. Solo una presa a carico completa del paziente e una collaborazione attiva garantiscono la stabilizzazione continua: per questo viene richiesto di parlare con il proprio terapista di ogni dubbio o problema che si può presentare prima, durante o dopo il programma decongestionante. Margherita Vincenzi



 
 
 

Comments


© 2023 by The Health Spa.  Proudly created with Wix.com

bottom of page